mercoledì 9 settembre 2015

Recensione di Anna

ABBRACCIAMI “di M. Letizia Gangemi, ci regala una storia fatta di incontri e crescita sia nei rapporti che nell'Io più profondo dei personaggi, coinvolgendo il lettore in avvenimenti e sensazioni in cui riconoscersi e immedesimarsi.
La storia, pur nel prosieguo perfetto e inaspettato del precedente romanzo “ Non c'è orario per i desideri”, può essere tranquillamente gustata nella sua interezza e autonomia, permettendo al lettore un viaggio immaginario nella vita di Giada, la protagonista, in quella di Juan, il manager musicale della band OltreOrizzonte, e nell'evoluzione dei suoi componenti.
Tutti i personaggi sono ben caratterizzati da una penna fluida e sincera, in grado di far risaltare pregi e difetti facilmente riconducibili a persone immerse nella loro quotidianità. Attraverso l'intreccio delle numerose storie che si sviluppano nella narrazione,“ABBRACCIAMI” ci concede di lanciare uno sguardo corale sul mondo, sulle vicissitudini non sempre liete che lo animano. La composizione della band OltreOrizzonte, con ragazzi provenienti dal Senegal, dal Perù, dalla Palestina e dall'Italia, consente di far emergere differenti costituzioni che caratterizzano la particolarità dei rapporti. Si tratta, infatti, di ragazzi scampati a guerre o miserie, in cerca di una vita migliore, accomunati da un'unica grande e profonda nostalgia per la propria terra. La condivisione delle loro usanze nella preparazione delle pietanze caratteristiche di ciascun luogo e l'uso dello strumento musicale tipico della propria tradizione, fornisce a loro, e al lettore, il pretesto per poter ampliare lo sguardo verso culture lontane o poco conosciute, sentendosi in qualche modo parte di un progetto comune. La musica ed il cibo, dunque, divengono linguaggi universali che sottolineano diversità perfettamente complementari e aiutano in qualche modo a colmare la distanza fisica ma sicuramente non affettiva provata da ciascuno di loro.
Giada incarna l'immaginario della donna moderna, impegnata nel suo lavoro e nel recupero del rapporto con il figlio Tobia. Il rapporto madre-figlio viene trattato con estrema delicatezza, facendo emergere le paure di commettere passi falsi dovuti però solo all'amore e alla capacità di ascoltare, consigliare ed entrare in punta di piedi nella vita del giovane figlio.
Lo stesso motivo dell'amore materno emergerà in modo assolutamente tenero e potente nell'incontro di Youssef, in Palestina, con la propria famiglia e sua madre, dopo anni di lontananza.
Giada però è anche una donna che si mette in discussione, decidendo di riprendere in mano la propria vita, lasciandosi invadere da un sentimento tanto profondo quanto inaspettato, dopo una cocente delusione.
Lo stesso “Abbraccio di Universalità”, su cui la storia ci invita a riflettere, si ritrova nella preghiera del “PadreNostro”, che Giada incontra dapprima a Barcellona all'interno della “Sagrada Familia” e poi a Taranto, nella chiesa di S. Antonio dove, di fronte allo splendido mosaico del Cristo Risorto, pronuncia la preghiera provando poi una profonda sensazione di pace in uno dei momenti più difficili della sua vita: preghiera che ritroverà di lì a breve in un depliant della chiesa di Santa Coloma conservato al rientro dal viaggio nella città catalana.
È come se questo “ Nostro” legato al “Padre” avvolgesse tutti, ciascuno con i propri dolori, le proprie difficoltà, in ogni dove.
Oltre ai personaggi in carne ed ossa, la raffinata scrittura della Gangemi ci regala anche altri protagonisti che prendono corpo all'interno del romanzo e brillano di luce propria: i luoghi che fanno da sfondo alle vicende narrate.
Dai paesaggi dell'Umbria sulle orme di Nonna Lucia, alle mille meraviglie di Barcellona, da Taranto con i suoi miti e storie nelle cornici della Villa Peripato, del Lungomare e nel racconto degli affascinanti Riti Pasquali, ai luoghi della Terra Santa che emergono nella loro malinconia ed estasiante bellezza.
Chiudendo gli occhi, si ha quasi la sensazione di essere trasportati nei vari posti con i loro colori, profumi, aneddoti, regalandoci una sensazione di completezza con i personaggi, permeati delle proprie radici, e con la storia che, nel suo complesso, sembra letteralmente “abbracciare” la mente e le emozioni di chi legge.


Anna Mannara
                             Grazie Anna, per queste tue belle riflessioni...

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