“
ABBRACCIAMI “di M.
Letizia Gangemi, ci regala una storia fatta di incontri e crescita
sia nei rapporti che nell'Io più profondo dei personaggi,
coinvolgendo il lettore in avvenimenti e sensazioni in cui
riconoscersi e immedesimarsi.
La storia,
pur nel prosieguo perfetto e inaspettato del precedente romanzo “
Non c'è orario per i desideri”, può essere tranquillamente
gustata nella sua interezza e autonomia, permettendo al lettore un
viaggio immaginario nella vita di Giada, la protagonista, in quella
di Juan, il manager musicale della band OltreOrizzonte, e
nell'evoluzione dei suoi componenti.
Tutti i
personaggi sono ben caratterizzati da una penna fluida e sincera, in
grado di far risaltare pregi e difetti facilmente riconducibili a
persone immerse nella loro quotidianità. Attraverso l'intreccio
delle numerose storie che si sviluppano nella
narrazione,“ABBRACCIAMI” ci concede di lanciare uno sguardo
corale sul mondo, sulle vicissitudini non sempre liete che lo
animano. La composizione della band OltreOrizzonte, con ragazzi
provenienti dal Senegal, dal Perù, dalla Palestina e dall'Italia,
consente di far emergere differenti costituzioni che caratterizzano
la particolarità dei rapporti. Si tratta, infatti, di ragazzi
scampati a guerre o miserie, in cerca di una vita migliore,
accomunati da un'unica grande e profonda nostalgia per la propria
terra. La condivisione delle loro usanze nella preparazione delle
pietanze caratteristiche di ciascun luogo e l'uso dello strumento
musicale tipico della propria tradizione, fornisce a loro, e al
lettore, il pretesto per poter ampliare lo sguardo verso culture
lontane o poco conosciute, sentendosi in qualche modo parte di un
progetto comune. La musica ed il cibo, dunque, divengono linguaggi
universali che sottolineano diversità perfettamente complementari e
aiutano in qualche modo a colmare la distanza fisica ma sicuramente
non affettiva provata da ciascuno di loro.
Giada
incarna l'immaginario della donna moderna, impegnata nel suo lavoro e
nel recupero del rapporto con il figlio Tobia. Il rapporto
madre-figlio viene trattato con estrema delicatezza, facendo emergere
le paure di commettere passi falsi dovuti però solo all'amore e alla
capacità di ascoltare, consigliare ed entrare in punta di piedi
nella vita del giovane figlio.
Lo stesso
motivo dell'amore materno emergerà in modo assolutamente tenero e
potente nell'incontro di Youssef, in Palestina, con la propria
famiglia e sua madre, dopo anni di lontananza.
Giada però
è anche una donna che si mette in discussione, decidendo di
riprendere in mano la propria vita, lasciandosi invadere da un
sentimento tanto profondo quanto inaspettato, dopo una cocente
delusione.
Lo stesso
“Abbraccio di Universalità”, su cui la storia ci invita a
riflettere, si ritrova nella preghiera del “PadreNostro”, che
Giada incontra dapprima a Barcellona all'interno della “Sagrada
Familia” e poi a Taranto, nella chiesa di S. Antonio dove, di
fronte allo splendido mosaico del Cristo Risorto, pronuncia la
preghiera provando poi una profonda sensazione di pace in uno dei
momenti più difficili della sua vita: preghiera che ritroverà di lì
a breve in un depliant della chiesa di Santa Coloma conservato al
rientro dal viaggio nella città catalana.
È come se
questo “ Nostro” legato al “Padre” avvolgesse tutti, ciascuno
con i propri dolori, le proprie difficoltà, in ogni dove.
Oltre ai
personaggi in carne ed ossa, la raffinata scrittura della Gangemi ci
regala anche altri protagonisti che prendono corpo all'interno del
romanzo e brillano di luce propria: i luoghi che fanno da sfondo
alle vicende narrate.
Dai paesaggi
dell'Umbria sulle orme di Nonna Lucia, alle mille meraviglie di
Barcellona, da Taranto con i suoi miti e storie nelle cornici della
Villa Peripato, del Lungomare e nel racconto degli affascinanti
Riti Pasquali, ai luoghi della Terra Santa che emergono nella loro
malinconia ed estasiante bellezza.
Chiudendo
gli occhi, si ha quasi la sensazione di essere trasportati nei vari
posti con i loro colori, profumi, aneddoti, regalandoci una
sensazione di completezza con i personaggi, permeati delle proprie
radici, e con la storia che, nel suo complesso, sembra letteralmente
“abbracciare” la mente e le emozioni di chi legge.
Anna Mannara
Grazie Anna, per queste tue belle riflessioni...