lunedì 23 luglio 2012

IL RAP DELLA PACE

                                       Iddio sia lodato, la vita mi ha dato
                                           ma se credi in Budda o Visnù
                                 c'è posto per tutti a stare quaggiù.
                                   Il mondo era un Eden com'è stato creato
                          soltanto che noi l'abbiamo inquinato
                            il mare era calmo era azzurro era bello
                     però poi Caino ha ammazzato il fratello.
                                 Ma adesso ho deciso, anche se son deriso,
                       tu lascia il fucile, io butto il coltello
                              facciamo di nuovo la pace, fratello
                                         e basta oppressioni, finiamo le guerre
                              dobbiamo tornare a guardare le stelle,
                                            la fame nel mondo dobbiamo spezzare
                                            anche mio figlio ha diritto a mangiare
                            e se io uomo mi voglio chiamare
                            di quello che faccio non mi devo vergognare.
                               Io lascio il fucile, tu butta il coltello
                                facciamo di nuovo la pace, fratello.
                                 Non più razzismo, lotta e divisione
                             non più schiavitù e neppure un padrone.
                        La mia pelle nera, la tua pelle gialla
                               siano solo sound che vengono a galla
                        lei il sitar, tu il banjo, io il tamburello
                             su danza e canta con me, adesso, fratello
        un'unica band, un grandre concerto
                     siam cinque, cinquanta, e poi cinquecento
     e quando la musica suona la pace 
non più terrorismo nè buste all'antrace
                   facciamo un mondo nuovo e più bello
              suoniamo insieme, adesso, fratello...

venerdì 6 luglio 2012

PLAZA DE MAYO

Sei nato nel mio grembo
sei nato nel mio cuore
nutrito dal mio seno
nutrito dal mio amore.
Voce passi canto
sei diventato grande
qui, a Buenosaires.
Poi ti hanno preso
ti han portato via
perché, come tanti altri,
credesti in un paese
più libero, migliore.
'Desaparecidos'
han chiamato i figli
che non tornaron più,
ma insieme ad altre mamme
riunite nella plaza
non smetterò giammai
di urlare il mio dolore.
Il bianco è il nostro abbraccio
la marcia un'altra vita
quella che a te, a tanti,
strapparon con orrore.
Plaza de Mayo
ci vede tutte unite
e nella nostra lotta
giustizia e libertà
si fondono, a memoria
dell'amore che non muore.
E non muore la passione
finché restiamo unite
vana non sarà
stata vostra morte!
Ovunque giunga il grido
     nunca mas...